Le carte da gioco
A Vito Arienti che mi ha spinto
ad iniziare questa collezione e
a Romano Biani che mi ha fatto
interessare ai bolli sulle carte da gioco.
Ci reincontreremo un giorno e avremo tutto
il tempo per parlare della nostra passione.
Questo testo può essere letto come un normale libro, consultando i vari capitoli in sequenza, oppure è possibile utilizzarlo per una ricerca mirata, come fareste con un'enciclopedia o un dizionario.
Sono sempre citate le fonti da cui sono state prese notizie e illustrazioni. Molte immagini sono reperibili in internet riprodotte in siti diversi; per questo non sappiamo chi citare come fonte. Se è stato dimenticato qualche riferimento ce ne scusiamo fin d'ora con gli autori. Per favore segnalateci la dimenticanza e provvederemo alla citazione.
Ringraziamo chi vorrà segnalarci qualsiasi errore o incompletezza nel testo; rimedieremo senza indugio nelle successive versioni.
Siamo in attesa di integrazioni: ulteriori notizie e immagini ci serviranno a rendere questo testo una vera enciclopedia sulle carte da gioco speriamo utile a tutti gli appassionati.
Per qualsiasi comunicazione rivolgersi all'indirizzo internet virgilio.ferrari@virgilio.it.
Mazzi standard
Per disegni standard, secondo la definizione dell'International Playing-Card Society1, la società che raggruppa i collezionisti di carte da gioco in tutto il mondo (nota con la sigla IPCS), si intendono i mazzi che sono o furono:
- prodotti da più di un fabbricante
- utilizzati come carte per giocare da un consistente numero di giocatori
- stampati per un considerevole numero di anni
- hanno illustrazioni conformi ad un disegno riconosciuto, in modo che sia possibile trovare una descrizione univoca per tutti i mazzi prodotti dai diversi stampatori.
In alcuni casi è irrilevante la condizione 1 in quanto, se in una nazione vige il monopolio di fabbricazione delle carte da gioco e non si importano carte da altri paesi, il fabbricante sarà necessariamente uno solo. Esempio tipico è il caso del mazzo Neues Altenburger Bild dell'ex DDR, inizialmente prodotto solo dalla V.E.B., la fabbrica di stato nell'ex Germania Orientale.
Per illustrare la condizione 4, ecco alcuni disegni della donna di cuori del mazzo della Germania del nord di diversi fabbricanti. Le immagini sono differenti, ma è possibile descriverne una per tutte. In tutti i disegni troviamo la rosa nella mano sinistra, la collana con i pendenti, il velo e l'identica acconciatura dei capelli.
Alcuni mazzi, come quelli per Quartetto, Uomo nero o Mercante in fiera, a causa dei disegni così diversi da mazzo a mazzo non possono essere considerati standard, anche se rispondono alle altre caratteristiche citate.
All'inizio della loro diffusione il disegno delle carte da gioco era frutto della fantasia dell'artigiano, che incideva le matrici con le figure che riteneva più vendibili. Con il tempo un disegno ebbe una maggiore diffusione, per le sue figure più attraenti, perché venduto più a buon mercato, più facile da interpretare o semplcemente più in voga. Visto che si vendeva meglio altri fabbricanti cominciarono a imitarlo, mentre i giocatori lo sceglievano poiché era sempre più diffuso e perciò più conosciuto.
Fu perciò l'imitazione del modello più popolare a creare lo standard di fatto, in quanto la gente non acquista carte, magari più belle, che però creano difficoltà nel gioco in quanto non ben conosciute. Ai fabbricanti non conveniva stampare mazzi difficili da smerciare e i mazzi standard si imposero sul mercato, anche se alcuni produttori continuarono a stampare mazzi con un disegno più ricercato per una nicchia di mercato con più senso dell'estetica.
In Francia i disegni standard furono imposti per legge dall'inizio del XVII secolo, come si può leggere nella storia del mazzo di Parigi, e per diverso tempo fu proibito ai fabbricanti di produrre carte con disegni di fantasia. Visto che un tempo le comunicazioni erano difficoltose e la gente si spostava poco, molte regioni avevano un loro specifico mazzo standard e non esisteva un mazzo riconosciuto praticamente da tutti come è oggi il Mazzo inglese o Internazionale, quello che generalmente usiamo per la scala quaranta o il ramino.
Per fare un esempio nella zona di Treviglio nel raggio di 10 chilometri si utilizzano tre diversi mazzi regionali per giocare a scopa o briscola: le Milanesi o Lombarde in paese e a ovest di questo visto che la zona era sotto il dominio visconteo, le Bergamasche pochi chilometri a nord, zona che dipendeva dai vescovi di Bergamo, e le Piacentine poco più a sud, zona che dipendeva dalla diocesi cremonese. Se ci spostiamo di una ventina di chilometri a est si usano le carte Bresciane. E per giocare a scala quaranta o burraco tutti usano il Mazzo inglese o Internazionale.
Questo proliferare di mazzi il cui uso era limitato a zone circoscritte, unito al fatto che sono stati sempre stampati anche mazzi non standard, ha fatto sì che oggi sia possibile trovare un numero altissimo di disegni diversi.
Se si conosce la zona di utilizzo del mazzo possono aiutare le descrizioni dei vari mazzi regionali, descritti nelle singole nazioni, scegliendo tra paesi europei, con le loro ex colonie, e paesi asiatici.
In questo testo abbiamo inserito i mazzi standard attualmente stampati o ristampati e i più noti di quelli non più prodotti. Per avere un elenco più esauriente e aggiornato vedere in internet il sito dell'IPCS2.
Mazzi non standard
I più diffusi sono sicuramente i mazzi standard, ma si sono sempre stampati anche mazzi che non lo sono. Per capire se un disegno è standard o no, proviamo a elencare in una colonna le caratteristiche di un mazzo standard e nell'altra colonna le caratteristiche opposte.
Mazzi standard | Mazzi non standard |
---|---|
prodotti da più di un fabbricante | prodotti originariamente da una sola ditta |
utilizzati come carte per giocare da un consistente numero di giocatori | poco utilizzati per giocare, salvo che per giochi particolari |
stampati per un considerevole numero di anni | stampati per un limitato periodo di tempo |
con illustrazioni conformi ad un disegno riconosciuto, in modo che sia possibile trovare una descrizione univoca per tutti i mazzi prodotti dai diversi stampatori | illustrazioni specifiche di quel mazzo, spesso coperte da copyright |
Un mazzo viene considerato standard se risponde a tutte le caratteristiche della colonna di sinistra, mentre non lo è se risponde ad almeno una delle peculiarità elencate nella colonna di destra.
Parliamo più dettagliatamente di come stabilire se un mazzo non è standard.
Un mazzo di questo tipo ha un suo disegno specifico, di proprietà di un singolo fabbricante, e non può essere copiato. Ciò non esclude che se ne facciano ristampe, di solito effettuate da chi ha acquisito la ditta originaria. Tipico il caso di alcuni mazzi di Dondorf e Wüst ripubblicati ancora oggi dalla ASS. Oppure il disegno verrà riprodotto, anche secoli dopo, se il mazzo ha un disegno particolarmente intrigante. Ne sono un esempio le ristampe di vecchi mazzi per cartomanzia o le riproduzioni di mazzi particolari ad uso dei collezionisti. Queste ristampe però non sono mai contemporanee del mazzo originale. Per i mazzi standard invece molti produttori ne stampano contemporaneamente un disegno molto simile, a prima vista quasi identico.
Difficilmente troveremo questo tipo di carte utilizzate per il gioco.
Potrete vedere questi mazzi usati per giocare solo in ambienti che vogliono ad ogni costo differenziarsi, come furono in passato le corti (questo mazzo
era riservato alla corte tedesca, con proibizione di uso al di fuori di questa) o i circoli privati, oppure a casa dell'amico che vuole ad ogni costo fare il sofisticato o che li utilizza per fare i solitari. Se fate vedere un mazzo non standard a qualcuno, magari ne loderà ammirato il disegno, ma toglierà dal cassetto le solite carte: il mazzo Inglese o Internazionale se lo inviterete a giocare a poker o ramino o un mazzo regionale per invitarvi a un gioco locale. Questo non per disprezzare il vostro mazzo, ma per essere sicuro di utilizzare carte che lui e tutti gli altri giocatori riconoscono a prima vista.I mazzi non standard vengono stampati generalmente per un tempo abbastanza limitato. Dopo alcuni anni il mazzo sparisce dal mercato ed è reperibile solo presso i mercatini o i commercianti che trattano con i collezionisti. I disegni dei mazzi standard invece hanno una vita molto più lunga, vengono prodotti per svariate decine d'anni se non per secoli, con minime variazioni nei disegni.
I mazzi non standard possono avere le caratteristiche più insolite. Come numero delle carte i più diffusi sono quelli da 52 carte a semi francesi, seguiti dai tarocchi a 78 carte con semi latini (questi ultimi spesso più o meno elaborati per cui non è sempre possibile definirli con certezza spagnoli), italiani o portoghesi. Ma il numero delle carte può variare e anche i semi possono essere quelli soliti o di fantasia.
A differenza dei mazzi standard che vengono abitualmente comprati per giocare a carte, quelli non standard vengono acquistati quasi sempre perché le figure ci hanno affascinato con i loro disegni. Magari pensiamo anche di giocarci in futuro, ma la loro sorte è di finire dopo poco tempo in fondo ad un cassetto e di esservi dimenticati. Prova di questo è il fatto che mazzi di questo tipo, anche prodotti molto tempo fa, spesso si trovano in ottimo stato, mentre i mazzi standard della stessa epoca sono normalmente sporchi e usurati. Gli unici mazzi non standard realmente utilizzati sono quelli per i solitari, per la divinazione, i giochi per bambini tipo Quartetto o Uomo nero e quelli per passatempi particolari: un esempio in Italia sono i mazzi da Mercante in fiera.
I mazzi non standard in Europa vengono prodotti da quando esistono le carte da gioco. Nei secoli passati era il ricco a farsi dipingere un mazzo su misura, magari con il proprio stemma nobiliare o con i ritratti della famiglia sulle figure, in modo da potersi distinguere da chi usava i normali mazzi e stupire gli ospiti, dando prova anche in questo modo delle sue disponibilità finanziarie. I primi tarocchi non standard pervenutici sono autentiche opere d'arte, mazzi tedeschi con semi e disegni di fantasia sono noti dal XIV secolo e valenti artisti dipinsero mazzi riservati a pochi fortunati. In pratica sin da quando sono note le carte da gioco i mazzi tradizionali hanno convissuto con mazzi dalle illustrazioni inusuali, spesso molto attraenti anche se poco adatti per il gioco.
I mazzi non standard non erano sicuramente alla portata delle tasche di tutti i giocatori, la massa dei quali preferiva utilizzare le carte comuni, data la notevole differenza di prezzo. Solo nel corso del XIX secolo, grazie a nuove tecniche di stampa, i fabbricanti cominciarono a produrre industrialmente anche mazzi non standard e il produttore ne curava il disegno in modo particolare; spesso anche quello del retro era realizzato ad hoc. Questi mazzi "della casa" avevano disegni molto belli, le figure indossavano costumi particolarmente ricchi e gli assi, più raramente anche i numerali, avevano vignette o decorazioni. Grazie a queste attrattive e al gusto per l'insolito questi mazzi destarono l'interesse di un numero sempre crescente di acquirenti, divennero di moda nell'ambiente borghese e ne sono arrivati fino a noi esemplari incantevoli. Negli USA i mazzi non standard hanno una tradizione più recente che in Europa. Il primo mazzo noto è di Jazaniah Ford, che produsse nel 1815 le "Decatur cards" 3, dedicate a Stephen Decatur, comandante di una nave da guerra statunitense.
Non è facile trovare un criterio di esposizione come per i mazzi standard, suddivisibili per nazione di utilizzo e all'interno di questa per semi.
Di un mazzo standard è possibile citare gli antenati, il periodo in cui è stato stampato e così via. Invece la classificazione dei mazzi non standard, troppo numerosi e troppo diversi tra di loro, è più complicata.
Alcuni collezionisti distinguono i mazzi per tema (carte educative, propagandistiche, pubblicitarie, disegnate da artsti, ecc.), per sistemi di semi o di stampa, per nazione, per periodo di fabbricazione e così via.
Per questo motivo non abbiamo inserito all'interno di questo sito capitoli dedicati a questi mazzi, riservandoci di mostrarne alcuni in un "Museo del 7bello" con i mazzi più significativi tratti dalle collezioni dei nostri soci.
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IPCS Newsletter 71, pag. 3 ↩︎
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Pattern sheets sul sito web The International Playing-Card Society www.i-p-c-s.org/wp/pattern-sheets ↩︎
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Hochman, Enciclopedia of playing cards, part I, pag. 38 ↩︎