I fabbricanti
Mengotti
Gaetano Mengotti | ||||||
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Bartolomeo Mengotti | ||||||
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Bartolomeo Mengotti, figlio di Gaetano, apprendista nei primi anni dell'800 forse presso Filippi a Rovereto e poi a Verona, forse da Ambrosi, per arrivare a Trieste nel 1809 nella fabbrica di Antonio Rubio. Nel 1813 aprì a Trieste la sua fabbrica in via Capitelli 1, ma il figlio Ariodante affermava nella sua pubblicità che la fabbrica era attiva dal 1811. Questa fabbrica fu ceduta a Giovanni Battista Marcovich nel 1837 quando Bartolomeo Mengotti si trasferì in via san Nicolò 9. Negli anni '40 potrebbe aver aperto a Venezia (SS. Apostoli 5617 Sestiere di San Polo) una fabbrica di carte da gioco. Da un documento del 1843 (pag. 52) risulta che la moglie Giuseppina Zadnig gestiva da sola la fabbrica di Trieste. Ebbe tre figli: Virginio (o Virgilio), Romeo e Ariodante. Nel 1845 la famiglia Mengotti tornava a Trieste e nel 1851 si trasferì prima a Duino e nello stesso anno a Monfalcone, e infine a Gorizia nel 1853, stabilendosi in una casa di Riva Castello al numero 356, che però Ariodante lasciò poco dopo per tornare a Trieste. Muore a Gorizia nel 1861. Le carte di Bartolomeo Mengotti divennero famose per le vignette satiriche apposte sul retro. |
Virginio (o Virgilio) Mengotti e Romeo Mengotti | ||||||
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Bartolomeo lasciò la direzione della sua attività ai figli Virginio (o Virgilio) (1829-?) e Romeo (1834-1908), quest'ultimo in particolare portò avanti l'estro satirico del padre. Sembra che i fratelli continuarono a lavorare nella fabbrica di Gorizia (Görz). La produzione delle loro carte da gioco tra gli anni 1861 e 1880/90 non presenta nulla di particolare: i vecchi disegni vengono ripetuti e stampati con sistemi di stampa più moderni. Nel 1880 Virginio si separa dal fratello Romeo, il quale invece continua a produrre carte da gioco. |
Ariodante Mengotti | ||||||
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Nasce a Trieste l'8 febbraio 1840 e muore il 5 febbraio 1919. Secondo Giulio Bernardi "I fogli di famiglia del Registro della popolazione, per l'anno 1857, contengono il suo nome [di Ariodante] tanto in Trieste, ove risulta abitante in Guardiella al num. 12, che in Gorizia, nella casa di suo padre in Riva Castello num. 356. Ma se un soggiorno di Ariodante a Gorizia vi fu, dev'essere stato molto breve, mancando di lui ogni altra notizia, pur avendo conservato la pertinenza a Gorizia sino al 15 maggio 1876". Ariodante imitò l'usanza del padre Bartolomeo di apporre sui retri delle carte vignette satiriche, mostrando il suo spirito di appartenenza all'Italia. Sappiamo infatti che, di famiglia irredentista, Ariodante sottoscrisse il Prestito di Guerra Austriaco per 500 Corone. Fin dal 1877 ci giungono notizie della sua fabbrica, che inizialmente era situata in via del Corso al numero 21, dove ci restò fino al 1900 circa, quando venne spostata in via dei Leo al numero 6. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1915 Ariodante vendette la fabbrica alla Modiano, che la possiede ancora oggi. 1 2 3 Riferimenti 1 Due secoli di carte da gioco a Trieste, pag. 48. 2 Annuario del Regno d'Italia 1896. 3 IPCS 31-3, pag. 100. |
Lista dei mazzi di carte nel museo 7bello
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