I mazzi standard
Carte inglesi
Semi: francesi
Carte: 32, 48, 52, 62
Figure: intere, speculari
Denominazione alternativa: Mazzo internazionale
Lista dei mazzi di carte nel museo 7bello
- Great Mogul Biermans, Léonard Biermans, 188x
- Great Mogul Brepols, Brepols, 188x
- Highlander Van Genechten, van Genechten, 1900 ca.
- Mazzo inglese Reynolds & Sons, Reynolds, 185x
Descrizione
Le carte Inglesi o Mazzo internazionale 1 è un mazzo con 32 e 52 carte a figure intere fino al 1870 circa e speculari dal 1850 circa. I fabbricanti belgi stamparono mazzi a figura intera fino ai primi decenni del XX secolo, soprattutto per essere esportati in India dove venivano usate come offerte nei templi e poste nelle sepolture. Questa abitudine di porre strumenti per il gioco nei sepolcri viene riscontrata in numerose civiltà.
In effetti già nel 1802 Thomas Wheeler 2 di Londra stampò un disegno a figure speculari 3 brevettato nel 1799 Edmund Edward Ludlow, allora in società con Ann Wilcoxil.
Questa novità all'epoca non fu accettata dai giocatori e le figure speculari cominciarono a essere diffuse solo mezzo secolo dopo.
Carte caratteristiche sono il re di fiori con spada e globo, il fante di cuori con in mano quella che sembra una piuma o una foglia e il fante di picche, con uno strano "scettro". Questi due fanti e il re di quadri sono le uniche figure del mazzo a essere disegnate di profilo.
Gli abiti delle figure e il modo di portare i copricapo sono, anche nei disegni attualmente in uso, quelli in voga durante il XVI secolo.
Il re di cuori ha una spada dietro la testa, un'ascia nei mazzi più antichi, quello di quadri un'alabarda e quelli di picche e fiori una spada tenuta verticalmente. Stranamente tutti i re reggono l'arma con la mano sinistra; forse il re dell'epoca in cui queste figure sono state ideate era mancino?
Questo mazzo ha subito nel tempo molte trasformazioni, la più pesante quando è diventato a figure speculari, ma altre, quasi inavvertibili, hanno segnato la sua storia.
I fabbricanti copiavano il disegno dei concorrenti e ne cambiavano alcuni dettagli, alcune parti della figura sono state male interpretate nelle varie incisioni mentre altre sono andate perse.
Le seguenti sono le varianti più comuni rispetti ai mazzi più antichi.
- Fante di cuori 4 sparito dal disegno in tempi remoti anche nei mazzi a figure intere. Che il fante impugnasse un bastone lo si può notare solo nelle riproduzioni dei mazzi più antichi, come in questo
del XVIII secolo dove la parte inferiore del randello è ancora visibile. L'estremità più stretta del bastone è uguale a quella del tre di bastoni di un mazzo a semi spagnoli, disegno riprodotto sulla destra.
Quando la parte inferiore del bastone è scomparsa dal disegno gli incisori non capivano cosa fosse ciò che il fante teneva ancora in mano . Hanno perciò trasformato "la cosa" in una foglia o in una piuma.
La figura moderna ha perso anche la mano che reggeva l'alabarda, arma che ora non si capisce come riesca a star ritta alle sue spalle.
. Ha in mano una foglia, unica traccia del bastone originario - Fante di fiori . La piuma che aveva sul berretto nei mazzi più antichi oggi è più simile a una foglia e la freccia che aveva in mano è diventata un oggetto irriconoscibile.
- Fante di picche . La sua alabarda originaria è diventato uno strano arnese, forse uno scettro, che si trova già in mazzi di inizio XIX secolo e la piuma nel cappello è scomparsa.
- Donna di picche . Ha perso la mano sinistra che reggeva lo scettro.
- Re di cuori . La sua ascia è diventata una spada e la figura ha perso i baffi. È l'unico re, nel mazzo a figure speculari, che mostra entrambe le mani. Dai giocatori inglesi è detto re suicida per la posizione della sua spada.
- Re di quadri . L'unico senza spada; ha perso la mano che reggeva l'alabarda e ha mantenuto l'altra, che appare slegata dal disegno. Nei mazzi antichi è ben presente anche il disegno della manica, oggi difficilmente individuabile come tale
- Re di fiori
La particolare croce sul globo è diventata una decorazione senza senso, a volte vagamente assomigliante ad un giglio araldico
. Ha perso la mano che reggeva il globo e questo appare sospeso nel disegno. In alcuni mazzi
il fondo del globo ha una decorazione a petali, un ricordo delle dita della mano originaria. - Re di picche 5, ha uno strano grosso indice. . Ha perso la mano destra, che d'altronde non usava, poiché regge la spada con la sinistra. La figura, in un mazzo del 1675
In internet è disponibile un interessante articolo che parla delle figure di questo mazzo e della loro evoluzione nel tempo. Lo potete trovare nel sito web The International Playing-Card Society www.i-p-c-s.org. Fate un link sulle FAQ e cercate "The Most Frequently Asked Questions About Playing-Cards, Part 1 - why do the people on Anglo-American cards look the way they do?". Nel capitolo "The design distorted by bad copying" troverete un link per vedere l'evoluzione delle figure nei quattro semi dall'origine al mazzo moderno.
Negli Stati Uniti esistono due varianti nella composizione del mazzo.L'acquirente di questo mazzo è stato evidentemente attratto dall'insolito numero delle carte, ma avrebbe potuto comprare un normale mazzo da 52 carte, visto che le carte extra non presentano tracce d'uso, al contrario delle altre.
Un'altra variante è il mazzo da 48 carte per il Pinochle
, composto da due mazzi identici di tipo internazionale cui mancano i numerali da 2 a 8. Questi mazzi erano molto in voga negli anni '40 del secolo scorso.Oltre al mazzo internazionale sono in commercio numerosi altri mazzi standard, a semi spagnoli, tedeschi, italiani e cinesi, nelle varie comunità di immigrati che continuano ad usare le loro carte tradizionali. Il mazzo Tirolese restò in vendita a New York fino agli inizi del XX secolo quando in Austria era sparito da tempo. Anche il Cuccu sembra ancora vivo negli Stati Uniti mentre è praticamente scomparso in Italia.
Per indicare la qualità delle carte da gioco la corporazione dei fabbricanti di carte di Londra aveva stabilito l'uso di alcuni marchi. In ordine decrescente erano i seguenti.
- [Great] Mogul 6 7 8 fu C. Blanchard, il 1° aprile 1741, mentre secondo il bollettino dell'IPCS 9 a registrarlo fu Philip Blanchard, master dal 1724 al 1725 della Worshipful Company of Makers of Playing Cards, la corporazione dei fabbricanti di carte britannici. per i mazzi di alta qualità e prezzo. Il marchio fu registrato dai Blanchard, una famiglia di cartai francesi trasferitisi a Londra alla fine del XVII secolo. Secondo alcuni testi
- Harry o King Henry the VIII (dal 1706).
- [Valiant] Highlander (dal 1741).
- Merry Andrew (dal 1714) per i mazzi più a buon mercato.
Oltre a questi negli Stati Uniti si utilizzarono anche Eagles o Columbian per mazzi di alta qualità e, dalla fine del XIX secolo, Steamboat per mazzi più a buon mercato.
Questi marchi, indicanti solo la qualità, sono stati usati da quasi tutti i produttori, anche non britannici, per cui non servono per attribuire le carte a uno specifico fabbricante.
Nel 1883 Andrew Dougherty creò un tipo, cui diede il nome di Indicators (a sinistra), riproducendo su ogni carta una miniatura della stessa e l'indice con il relativo valore.
Da un articolo del 1825 sulla fabbricazione delle carte da gioco 10 scopriamo che i fabbricanti nord-americani usavano due matrici per le figure, di 20 carte cadauna. La prima con due serie complete di re e donne, il fante di fiori e quello di picche; l'altra matrice con 10 fanti di cuori e altrettanti di quadri. Questo perché i fogli ottenuti dalla prima venivano colorati con rosso, giallo, blu, grigio e nero mentre per le stampe della seconda matrice si usavano allora meno tinte.
Le carte numerali avevano due set di carte dello stesso seme su ogni matrice. In fabbrica venivano perciò stampate una copia della matrice con solo i fanti ogni cinque copie delle altre matrici.
Per colorare le carte venivano usati colori naturali: per il giallo bacche contenenti allume, nerofumo per il nero, indaco per il blu, vermiglione per il rosso e il grigio era blu molto diluito.
I nativi americani sembra apprezzassero questo passatempo. Copiarono a mano mazzi di carte dai colonizzatori, sia a semi francesi che a semi spagnoli.
Un approfondito articolo sull'argomento si trova sull'IPCS Journal 11.
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IPCS sheet 48 ↩︎
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IPCS Journal, 31-1, pag. 27 ↩︎
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IPCS Journal, 31-1, plate 3 ↩︎
-
IPCS Journal, 27-4, pag. 120 ↩︎
-
Mazzo di C. Hewson conservato al British Museum, W. Gurney Benham, Playing cards, pag. 38 ↩︎
-
Victoria and Albert Museum, p. 51, n. 85 ↩︎
-
R. Tilley, Playing cards, p. 67 ↩︎
-
W. Gurney Benham, Playing cards, p. 67 ↩︎
-
IPCS Journal, 27-1, pag. 9 ↩︎
-
Catherine Perry Hargrave, A history of playing cards, pag. 299 ↩︎
-
IPCS Journal, 33-3, pag. 166 e segg. ↩︎