I mazzi standard
Portrait de Paris
(Stile di Parigi)
Semi: francesi
Carte: 32, 52
Figure: intere, speculari
Denominazione alternativa: Mazzo francese unificato
Lista dei mazzi di carte nel museo 7bello
Non sono presenti in archivio mazzi.
Descrizione
Suo antenato è il mazzo denominato Hector de Trois o de Troyes, il primo disegno ufficiale imposto ai fabbricanti francesi nel 1613.
Alcuni mazzi di fine '700 portano sullo scudo del fante di fiori la scritta "Aux armes de Paris"
per indicare di quale città era originario il mazzo. Il mazzo di Parigi divenne l'unico mazzo regionale a semi francesi poco prima della rivoluzione del 1789. Qui sono riprodotte le ristampe di due mazzi del XVIII secolo a figure intere e uno dell'inizio del XIX secolo a figure speculari.Un mazzo di questo periodo, insolito a causa del particolare uso fatto del retro, è riprodotto sul sito web Peter Endebrock's Playing-card Pages www.endebrock.de/pers-home.html.
Dal 1° Brumaio dell'anno I (il 22 ottobre 1793) fu obbligatorio sopprimere i simboli di nobiltà, come corone e gigli araldici, e i fabbricanti di carte da gioco si affrettarono a ridisegnare le loro matrici, ma l'effetto della proibizione durò poco e già nel 1798 alcuni re coronati riapparvero nei disegni. I mazzi rivoluzionari avevano di solito Filosofi o Geni al posto dei re, Virtù o Libertà come donne e personaggi della storia romana o Uguaglianza come fanti
.I disegni delle figure erano diventati molto brutti, senza alcuna pretesa artistica, perciò Napoleone I nel 1808 volle imporre un nuovo disegno standard, unico per tutta la Francia, affidandone il disegno a noti artisti dell'epoca.
Sono noti i portrait officiel (disegno autorizzato) del pittore ufficiale dell'imperatore, Jacques Louis David (1748-1825), con il re di quadri che aveva la fisionomia di Napoleone vestito da Giulio Cesare con corona d'alloro, inciso da Andrieu nel 1810
, e quello ispirato al medesimo periodo di Nicolas-Marie Gatteaux (1788-1881), inciso nel 1811 . Da notare in questo mazzo che le figure sono identificate da pallini: 1 (fanti), 2 (donne) o 3 (re).Questi disegni non furono apprezzati dai giocatori, forse a causa del carattere troppo classicheggiante delle figure, e nel 1813 il modello scelto
, disegnato da Gatteaux e inciso da Danbrin, aveva figure che si rifacevano a quelle dei mazzi tradizionali precedenti. In questa riproduzione sono mostrati i tre disegni .Carte caratteristiche del mazzo di Parigi sono il re di cuori con globo sormontato da una croce, quello di picche con la cetra, il fante di fiori con scudo nella sua destra e quello di picche con un cane ritto ai suoi piedi. Alcuni di questi attributi sono scomparsi con l'avvento delle figure speculari.
Le varie edizioni si differenziano per alcune caratteristiche che risultano utili alla loro datazione. Nell'edizione 1813 l'aquila imperiale è sul manto del re di cuori, sullo scudo del re di fiori e sul petto del fante dello stesso seme. Nel disegno del 1816 viene sostituita dai gigli araldici che diventeranno un disegno geometrico nelle edizioni successive 1, come si può vedere dal mazzo pubblicato nel sito web Alta Carta www.altacarta.com.
L'edizione del 1832 ha ancora la data 1816 sullo scudo del fante di fiori, ma è distinguibile perché l'asso di fiori nell'edizione 1816 ha quasi sempre una ghirlanda di gigli araldici, che è sempre di foglie di quercia in quella del 1832.
Nel mazzo del 1853 2.
Queste due scritte sono molto piccole e senza una forte lente d'ingrandimento passano inosservate.
Le variazioni che nel corso degli anni alcuni fabbricanti hanno introdotto per evidenziare un loro disegno tipico sono minime, come si può vedere in due articoli pubblicati sul bollettino IPCS 4 5.
Da un tentativo di creare una variante del disegno del mazzo francese destinata all'esportazione nasce il mazzo Belga o Genovese, che si distingue per il fante di fiori con scudo ogivale, invece che ovale come nel mazzo francese, e dalle figure senza nome, oltre che per il verde sugli abiti che quasi sempre sostituisce il blu. I fabbricanti belgi stamparono questo mazzo soprattutto per l'esportazione in medio-oriente, dove questo disegno, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, era il più usato dai giocatori.
I mazzi in formato piccolo, destinati ai bambini, hanno disegni meno elaborati.
Nel primo mazzo il fabbricante ha sostituito con un'ascia, ricordo dell'alabarda che reggeva nel mazzo a figura intera, lo scudo del valet di fiori.
Una carta molto utile per la datazione del mazzo di Parigi o Francese unificato è il fante di fiori che fino al 1613 portava il nome di Judas Maccabée.
Con una legge di quell'anno il nome della carta scomparve e sulla stessa divenne obbligatorio apporre nome e marchio del fabbricante e successivamente la scritta "G. (o G.D.) PARIS" (Généralité de Paris).
Il nome di Lancelot divenne comune abbastanza tardi, verso il 1805, anche se già presente in alcuni mazzi precedenti.
Nel mazzo del 1813 la scritta sullo scudo era "1813 Droits Reunis" e dal 1816 fino al 1890 appariva l'anno di approvazione del disegno (non è l'anno di stampa del mazzo) "18xx Admin. des contrib. indir.".
Con la figura speculare spariscono la spada e l'alabarda che la figura aveva sul lato sinistro.
Tutte le figure hanno il nome (non in questo mazzo stampato da Catel & Farcy
), attribuito loro probabilmente durante il regno di Carlo VII (1403-1461):Valet | Dame | Roi | |
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Cuori | La Hire | Judic o Judith | Charles |
Quadri | Hector | Rachel | Cezar o Cesar |
Fiori | Judas Maccabée 1 o Lancelot 2 | Argine | Alexandre o Alexander 3 |
Picche | Hogier | Pallas | David |
1 Fino al 1613
2 Dal 1805 circa
3 Variante tipica dei paesi di lingua tedesca
I nomi e le descrizioni sono presi da "Origine des cartes á jouer" di R. Merlin stampato a Parigi nel 1869.
- La Hire: Étienne barone di Vignoles detto la Hire o Lahire (circa 1390-1443), un emulo francese di Robin Hood, capitano nell'esercito di Carlo VII e compagno di battaglia di Giovanna d'Arco.
- Judic o Judith: Isabella di Baviera, moglie di Carlo VI e madre di Carlo VII, che non si fece scrupolo a dichiarare bastardo il proprio figlio per consentire a Enrico V d'Inghilterra di avanzare pretese al trono di Francia.
- Charles: Carlomagno (742-814), fondatore del Sacro Romano Impero, l'imperatore più potente del medioevo, è raffigurato con in mano il globo imperiale. Agli inizi del XVIII secolo il nome su questa carta era Charlemagne 6. Per altri autori è Carlo VII di Francia, visto l'epoca in cui alle carte furono attribuiti i nomi.
- Hector [de Trois]: Eroe troiano, figlio maggiore di Priamo, ucciso da Achille. Era credenza nel XV secolo che i re di Francia discendessero da Priamo, re di Troia citato da Omero. In alcuni mazzi molto antichi il fante di cuori portava la dicitura Paris; non era il nome della città, ma quello di Paride, fratello di Ettore di Troia 7. In Francia di una persona che non vale niente si dice Il est un valet de carreau (è un fante di quadri) 8.
- Rachel: Agnes Sorel o Soreau, amante di Carlo VII e molto potente nella corte francese dell'epoca.
- Cezar o Cesar: Caio Giulio Cesare (101-44 a.c.), generale e uomo politico romano.
- Judas Maccabée: Giuda Maccabeo (morto nel 161 a.c.) patriota e re della dinastia dei Maccabei o Asmonei che guidò la rivolta ebrea contro i siriani. Da non confondere con Giuda Iscariota, l'apostolo traditore di Gesù Cristo.
- Lancelot: Lancillotto del Lago, cavaliere della tavola rotonda, amante di Ginevra la moglie di re Artù.
- Argine: anagramma di Regina. Era Maria d'Anjou, moglie di Carlo VII.
- Alexandre: Alessandro Magno, re di Macedonia, uno dei più grandi conquistatori della storia.
- Hogier: Hogier o Ogier le Danois; fu cugino di Carlomagno e uno dei suoi paladini.
- Pallas: Pallade Atena o Minerva nella mitologia latina, rappresenta Giovanna d'Arco, che a capo dell'esercito di Carlo VII sconfisse gli inglesi a Orléans.
- David: Davide re di Giudea e d'Israele; era un valente musicista ed è raffigurato con la cetra.
-
Sylvia Mann, All cards on the table, pag. 273, n. 131B prime due file dall'alto ↩︎
-
W. Gurney Benham, Playing cards, pag. 177 ↩︎
-
Catalogo collezione Atger, n. 162, pag. 29, 1912 ↩︎
-
IPCS Journal 23-3, pag. 62 ↩︎
-
IPCS Journal 24-2, pag. 51 ↩︎
-
W. A. Chatto, Facts and Speculations on the Origin and History of Playing Cards, 1848, pag. 208 ↩︎
-
W. Gurney Benham, Playing cards, pag. 86 ↩︎
-
W. Gurney Benham, Playing cards, pag. 113 ↩︎