Monografie

L'Associazione 7bello pubblica ricerche monografiche scritte dai soci sulle carte da gioco.


1789-1989 Il bicentenario della Rivoluzione Francese

di Gustavo Orlando-Zon, grafica Ingrid Orlando-Zon


1789-1989 Il bicentenario della Rivoluzione Francese
In occasione del bicentenario della Rivoluzione Francese, furono tirati circa 140 mazzi di carte, perlopiù riproduzioni di antichi mazzi repubblicani, caratterizzati dalla sostituzione di Re Regine e Fanti rispettivamente con Sanculotti, Libertà ed Uguaglianze.
Pur tuttavia vennero prodotti anche alcuni mazzi (ahimè, pochi) commemorativi d'artista, con motivi e figure moderni, disegnati da pittori contemporanei capaci di coniugare la memoria storica con la modernità dello stile. Oggi tutti questi mazzi (fra i quali soltanto due di Tarocchi) sono esposti al Musée Française de la Carte à Jouer di Issy; uno solo di essi è opera di un artista italiano: si tratta di Giovanni Bruzzi (1936-viv.), valente pittore e celebre biscazziere , nonché consulente di Pupi Avati nel film "Regalo di Natale" e "Rivincita di Natale". Merita davvero.
Ecco le carte d'artista più interessanti. Buona visione.



Le carte a misure ridotte

di Virgilio Ferrari


Le carte a misure ridotte
Oltre ai mazzi con misure standard, usati normalmente dai giocatori, esistono mazzi con misure ridotte.
Ne esistono di piccolissimi, stampati per le case delle bambole di moda nel XIX secolo, mazzi destinati ai giochi dei bambini, e mazzi delle dimensioni adatti a fare i solitari. Questi ultimi erano diffusi nel secolo scorso, mazzi ideati per poter porre su un tavolino tutte le carte disponibili, come si usa spesso per fare un solitario.
Quelli destinati ai bambini hanno di solito disegni non molto curati e sono spesso stampati su cartoncino leggero, a volte addirittura su carta. Lo scopo di questi mazzi è di costare poco. La loro robustezza non ha importanza, tanto i bambini non ne hanno cura e li distruggono, qualunque sia il materiale su cui sono stampati.
Il formato delle carte vendute per i giochi dei bimbi deriva anche dalle leggi che introducevano il bollo. In Italia si decretò, nel 1917, che le carte che non superavano i 45 x 32 mm fossero esenti dal bollo, essendo considerate giocattoli e non carte da gioco. Uguale esenzione in Spagna, dove una legge del luglio 1904, stabiliva il non pagamento della tassa per i mazzi che non superavano i 54 x 35 mm. Queste carte, non avendo il balzello della tassa, potevano essere vendute a prezzi bassi rendendole accessibili anche ai bambini.
In tempi più recenti, terminato il periodo in cui il bollo era obbligatorio, le carte per bambini hanno aumentato le loro dimensioni. Cartoncino e confezione sono rimasti sempre in materiali economici, per cui difficilmente resistono a lungo in mano ai fanciulli. Ai collezionisti non rimane che accontentarsi di mazzi abbastanza rovinati o sperare di trovare mazzi rimasti invenduti, che per fortuna si trovano ancora.
Le carte destinate agli appassionati dei solitari di solito sono meglio conservate, grazie al materiale su cui sono stampate e al gioco tranquillo cui sono riservate.
Le carte con misure ridotte sono qui divise in tre sezioni. Le prime due dedicate ai mazzi standard con dimensioni ridotte e ai mazzi destinati ai bambini: a semi latini (ori o denari, coppe, bastoni e spade) e a semi francesi (cuori, quadri, fiori e picche) che mostrano i mazzi che si rifanno a disegni standard. La terza ai mazzi ideati per fare i solitari, anche questi versioni ridotte di mazzi a misure standard: mazzi con figure di fantasia per fare i solitari.



Carte da gioco rotonde

di Wolfgang Altfahrt


Carte da gioco rotonde
Si tratta di una parte della mia collezione di carte da gioco con forme speciali, e cioè carte rotonde.
Da noi questa forma non è molto diffusa, un'eccezione nel passato presenta Maestro P.W. che si è servito di questa forma. In India si è giocato con questo tipo di carte fino al XX secolo. Le carte da gioco dell'Estremo Oriente sono un campo di raccolta diverso, ma qui viene presentata una ristampa moderna. Un pacchetto moderno mantiene vivo il ricordo di questi antichi disegni di carte indiane. Sebbene certi giochi di società, ad esempio i quartetti e le carte da gioco esoteriche, siano stati talvolta concepiti come carte rotonde, vorrei presentare in questa sede carte che possono essere utilizzate per i giochi normali, cioè che utilizzano i ben noti segni di seme e la consueta classificazione dei valori delle carte.
La maggior parte delle carte della mia collezione in merito utilizza i semi francesi e spesso mostrano disegni standard. Il grafico si trovava di fronte al problema della conversione dei disegni dal formato rettangolare al formato tondo. Questo problema è stato risolto in diversi modi: nel caso più semplice, la figura due teste della carta rettangolare è stata posta al centro della carta rotonda. Nel caso delle carte da gioco con i semi tedeschi e della figura "Guglielmo Tell", la figura simmetrica viene divisa ed è utilizzata come figura intera sulla carta rotonda. Si è anche cercato di valorizzare la forma rotonda delle carte, ripetendo per esempio le teste. Tali carte sono state prodotte da diversi fabricanti e spesso munite da pubblicità sul retro.



Le cartine da gioco di stampatori italiani

di EZO, grafica Virgilio Ferrari


Le cartine da gioco di stampatori italiani
Chiamiamole Cartine, come spesso era scritto sulla scatola dai produttori, perché ai miei tempi, si chiamavano così. Ho qualche anno, quando vedo un mazzo, mi torna in mente il giorno della befana, perché questo gioco era sempre presente, in qualsiasi calza potevi trovare le cartine. Spesso si trovavano anche nelle buste sorprese, quelle che si compravano in cartoleria uscendo da scuola. Poteva essere un omaggio con dei prodotti che comprava la mamma, una cosa è certa si trovavano spesso e per noi piccini era un piacere. Un piacere che spesso durava poco, forse anche poche ore, era un attimo a perderne qualcuna o anche a distruggerle o a scarabocchiarle tutte, d'altronde la qualità era bassa anche per questo, e costando poco la mamma non si sarebbe arrabbiata.
Per nostra fortuna, quella di noi collezionisti, qualche bimbo più bravo è riuscito a salvare dalla "distruzione per gioco" molti di questi mazzi, che ora sono nelle nostre collezioni, qualcuno in ottime condizioni qualcuno meno. Un ultimo pensiero è una domanda a tutti voi amici collezionisti, avete mai pensato a come giocavamo felici con le cartine senza avere la paura di distruggerle, con le nostre piccole manine e quella che abbiamo adesso ogni volta che prendiamo in mano un vecchio e raro mazzo di cartine?



Encyclopedic Tarock

di Virgilio Ferrari e Gustavo Orlando-Zon


Encyclopedic Tarock
Nel 1865 Caspar Ludwig Wüst, figlio di Conrad (fondatore nel 1811 dell'azienda di famiglia), ebbe un'idea meravigliosa: produrre un nuovo tipo di tarocco di 54 carte per il gioco del Cego, diffusosi nella Mitteleuropa a far tempo dal primo decennio del XIX secolo (secondo la leggenda, sarebbe stato importato dalla Spagna ad opera di reduci delle guerre napoleoniche), fino ad allora praticato con carte ordinarie.
Il nuovo tarocco si distingueva da quelli tradizionali non soltanto per il numero ridotto di carte, ma soprattutto per gli arcani, ciascuno dei quali presentava due distinte scene, ispirate una al benessere della vita urbana, e l'altra alla semplicità (talora alla miseria) della vita rurale; gli onori invece proponevano una variante del portrait delle carte ordinarie in uso all'epoca. Il gioco, commercializzato come "Encyclopedic Tarock", fu subito ribattezzato dai consumatori "Tarocco Borghese", appunto in considerazione della peculiare iconografia, assai moderna ed innovativa, e si affermò di prepotenza nel giro di pochi anni.



Giochi vari

di Virgilio Ferrari


Giochi vari
Oltre alle carte che tutti conosciamo, quelle per giocare a scopa, briscola o a scala 40, ci sono anche quelle per i giochi più vari, diversi dai soliti per le figure, le regole di gioco, ecc. A tali mazzi sono dedicate queste monografie.
Ci sono innanzitutto le carte per i giochi dei bambini. La fantasia dei bambini è sbrigliata, sfrenata, scatenata. Non si fanno condizionare se non conoscono il mazzo che stanno usando, se non ha gli stessi disegni di quelli che già conoscono … non si preoccupano, ci giocano e si divertono lo stesso. Per questo motivo i disegnatori di questi mazzi e gli ideatori di questi giochi possono lasciar libera la loro fantasia, con risultati sorprendenti. La "fantasia al potere" può essere il motto dei mazzi per bambini. Godiamoci i loro disegni.
Le carte espressamente dedicate ai giochi dei bambini appaiono solo verso la metà del XVII secolo. Erano inizialmente mazzi che avevano soprattutto lo scopo didattico e insegnavano al bambino ricco storia, geografia, ecc. Al bambino ricco appunto, perché si trattava di mazzi disegnati da esperti incisori, con illustrazioni molto particolareggiate e. molto spesso, colorati a mano. Tutto questo rendeva il loro costo molto elevato. I mazzi per gli "altri" bambini arrivarono molto più tardi, nella seconda metà del XIX secolo.
Questi mazzi, al contrario di quelli con cui giocano gli adulti, solitamente non hanno semi né differenziazione tra figure e scartine o numerali. Gli indici delle carte spesso non hanno numeri o lettere, ma un disegno, una forma geometrica o un colore, in modo da renderne più facile l'identificazione per il bambino che non sa ancora leggere. In alcuni mazzi le carte dello stesso gruppo hanno come indice lo stesso disegno, così anche il bambino molto piccolo è in grado di comprendere che stanno insieme e di effettuarne l'abbinamento. Le figure sono semplici e colorate con tinte vivaci, a volte senza molti particolari prima dell'avvento delle fotografie che hanno sostituito i più divertenti disegni.
I giochi per bambini più diffusi sono quelli da: Quartetto con la variante Famiglie, in cui si devono riunire gruppi di 4 o 6 carte; Uomo Nero, in cui perde chi rimane con una determinata carta alla fine del gioco; Snap, un gioco di presa diffuso nei paesi britannici e tedeschi.
Ci sono i mazzi didattici, che insegnano i primi rudimenti di calcolo, le lettere dell'alfabeto, come leggere l'orologio e così via.
Poi ci sono altri giochi che divertono i bambini: quelli per giocare a Memory, a domino, a "levarsi in camicia", le carte con disegnate parti di figure da ricomporre o i giochi più vari che i fabbricanti di carte, alcuni specializzati proprio nei giochi per bambini, sono riusciti ad inventare.
Un problema dei mazzi di carte per i giochi dei bambini è che, essendo carte che gli studiosi di carte da gioco raramente prendono in considerazione, è difficile trovare notizie sul fabbricante, data di stampa, ecc. Un altro problema è la conservazione delle carte, spesso stampate su cartoncino leggero. A parte i mazzi invenduti o dimenticati in fondo a qualche cassetto, quelli usati sono spesso incompleti, rovinati, mancanti delle confezioni e di alcune carte. I bambini non hanno riguardo per i loro giochi; ci giocano e se manca un pezzo di carta o la scatola è rovinata non se ne fanno un problema. A volte i mazzi sono veramente conciati male, ma non ho il coraggio di abbandonarli e perciò ora sono nella mia collezione e pubblicati qui.
Oltre ai giochi per bambini ho inserito capitoli con giochi adatti ai ragazzi più grandi, giochi più complicati o che presuppongono conoscenze che un bambino non ha, come i giochi che parlano della geografia di un paese, quelli che insegnano pesi e misure, che aiutano a riconoscere animali o erbe.
Ultimo capitolo quello dedicato ai giochi per adulti. Non sono mazzi "vietati ai minori", ma giochi che, per la loro complessità o il loro contenuto, sono di solito praticati dagli adulti. Tra questi erano un tempo diffusi quelli delle "domande e risposte", domande che un corteggiatore audace poteva fare e risposte che la pudica fanciulla forniva arrossendo. Viene da sorridere vedendo come domande e risposte che un tempo potevano apparire maliziose oggi non farebbero arrossire nessuno... i tempi cambiano.



I tarocchi Industrie und Glück

di Gustavo Orlando-Zon, grafica Virgilio Ferrari


I tarocchi Industrie und Glück
Il nome "Industrie und Glück" (ingegno e fortuna) deriva da un'iscrizione presente sul secondo Trionfo; è un tarocco a semi francesi, nato nel secolo XIX nell'impero austro-ungarico. I primi esemplari furono fabbricati a Vienna nel 1815, e dopo la dissoluzione dell'impero causata dalla prima guerra mondiale, si confermarono come i più utilizzati nella Mitteleuropa.
Come ogni altro tarocco il tipo standard, composto da sole cinquantaquattro carte per il gioco del Cego, possiede quattro Onori per ogni seme (Fante, Cavallo, Regina e Re); ma le numerali dal cinque al dieci nei semi rossi, e dall'uno al sei nei neri sono eliminate; i ventidue Trionfi, con indici in numeri romani, propongono ritratti dei popoli dell'impero con vesti tradizionali, o scene di vita rurale, mentre tutte le altre carte sono prive di indici.



Il talento di Mr. Hodges

di Gustavo Orlando-Zon, grafica Ingrid Orlando-Zon


Il talento di Mr. Hodges
James Hodges (1928-2019), è stato un artista francese straordinario: ventriloquo, burattinaio, illusionista, scenografo, conferenziere e disegnatore, nonché fondatore, nel 1976, della mitica rivista "Mad Magic", cessata una decina di anni dopo.
Ha collaborato con varie case editrici e diversi registi ma, soprattutto, è stato un formidabile disegnatore di carte da gioco, realizzando quasi settanta (settanta!) mazzi di vario genere, uno più elegante dell'altro, destinati a pubblicizzare prodotti di ogni genere e ricercatissimi dai collezionisti: carte da poker/bridge, tarocchi, giochi "sette famiglie"", ed altri ancora. Il nostro sito propone per la prima volta, con iniziativa – ne siamo certi – gradita a tutti i collezionisti, le immagini di tutte le carte con semi francesi (onori, jolly e in più alcuni assi per ogni mazzo) create dal Maestro.
Ragioni di completezza impongono poi di precisare che James Hodges disegnò anche le carte numerali e un jolly del "Jeu des Peintres" (52+JJJ+3EC; Grimaud 1973), frutto di un vero e proprio lavoro di gruppo di più artisti, fra i quali meritano speciale menzione Peynet, Fontanarosa, Fieschi e Ganeau: gioco che potrete ammirare nella sua integrità su World Web Playing Cards Museum (numero: d1397).
Proponiamo, in ultimo, anche i due splendidi mazzi di "Chansons a Boire"; restano escluse le carte "La Grivoise", nonché i mazzi per il gioco delle "sette famiglie", non collezionati dall'autore di questa ricerca, effettuata prendendo a parametro e guida il catalogo realizzato da Yvette Laurent nel 2004, stampato in ciclostile ed allora commercializzato dal "Musée National de la Carte à Jouer de Turnhout" (Belgio), che propone tuttavia soltanto tre immagini in bianco e nero (neppure ben definite) per ciascun gioco.
Last but not least, potrete ammirare i due stupendi giochi di tarocchi creati da James Hodges sempre in questa sezione del sito nella raccolta "Tarocchi d'Artista Moderni".



La legislazione sulle carte da gioco a Milano (1796-1859)

di Nicola De Giorgio


La legislazione sulle carte da gioco a Milano (1796-1859)
L'articolo pubblicato su pubblicato su "The Playing Card", Volume 49, n. 3 (2021), pag. 99-111, indaga gli aspetti legislativi relativi alle carte da gioco prima dell'unità d'Italia nel territorio milanese.
Il periodo considerato, soprattutto nei primi due decenni, è stato caratterizzato da continui mutamenti politici. È interessante notare come l'alternarsi di questi importanti eventi storici, che hanno contraddistinto la grande storia d'Europa di quegli anni, possa essere seguito dall'analisi della piccola storia delle carte da gioco, seguendo il filo cronologico dei vari decreti che le hanno riguardate. Per tutti i governi è fondamentale ogni fonte che può assicurare una qualsiasi entrata fiscale, soprattutto nei periodi di guerra, cosi anche l'imposta del bollo delle carte da gioco veniva puntualmente ridefinita ad ogni cambio di amministrazione.
Da questa considerazione si è proceduto alla descrizione dei vari decreti inerenti le carte da gioco nel contesto del particolare momento politico-amministrativo che li ha determinati.



I tarocchi d'artista antichi

di Gustavo Orlando-Zon, grafica Virgilio Ferrari


I tarocchi d'artista antichi
I tarocchi sono un mazzo di carte utilizzato per giochi di presa, di origine squisitamente italiana: nacquero difatti verso la metà del XV secolo presso le corti di Milano e di Ferrara, per quindi propagarsi in tutta Europa. E nacquero come tarocchi d'artista, poiché venivano disegnati da pittori di corte ad uso del sovrano o del signore, che preferiva divertirsi con giochi di carte ben più complessi di quelli che il popolo praticava nelle osterie; le tessere, ognuna delle quali era una piccola opera d'arte, erano di grandi dimensioni, dipinte ad olio, ed il loro numero non era codificato. I tre mazzi più antichi ancora esistenti, tutti incompleti, sono stati realizzati in Lombardia per la famiglia Visconti, e sono attribuiti a Bonifacio Bembo.
Il primo, per vetustà, è detto "Tarocchi Visconti di Modrone" (ne sopravvivono 66 tessere); vi sono poi i "Tarocchi Brera-Brambilla", con solo due trionfi rimasti (Ruota della Fortuna e Imperatore), datato tra il 1442 e il 1445; il più completo, detto "Tarocchi Pierpont-Morgan Bergamo", fu realizzato per Francesco Sforza e la moglie Bianca Maria Visconti: di questo esistono diciannove trionfi (mancano Diavolo e Torre), anche se sei di essi (Temperanza, Forza, Stella, Luna e Mondo) sono carte aggiunte, dipinte da un diverso ignoto pittore.
Ulteriori frammenti di mazzi hanno origine ferrarese; meritano menzione quelli detti di "Carlo VI", di "Alessandro Sforza" e di "Ercole I d'Este", conservati rispettivamente alla Bibliothèque Nationale de France, al Museo di Castello Ursino a Catania, ed alla Yale University Library.
Con la fine del Rinascimento e la scomparsa delle Signorie, svanirono anche i tarocchi creati per i Signori; ma le loro varianti si diffusero tra il popolo nell'Italia settentrionale, e poi in tutta Europa, con diverse interpretazioni illustrative: in sintesi, ecco la genesi dei tarocchi standard, mazzi di 78 carte divise in quattro semi di quattordici ciascuno (gli onori sono Fante, Cavaliere, Regina e Re), cui si aggiungono ventun trionfi (o arcani) numerati, ed un matto. Salvo qualche eccezione (i capolavori di Giuseppe Maria Mitelli e di Carlo Della Rocca, che tuttavia proponevano varianti degli schemi tradizionali del loro tempo senza stravolgerne l'iconografia), i tarocchi d'artista ritornano in auge nei primi decenni del XIX secolo, ad opera di cartai tedeschi e francesi; in origine, sono anch'essi mazzi di 78 tessere; i quattro semi di quattordici carte ognuno sono di tipo francese, ma mutano, presentando soggetti ed immagini del più vario genere, i ventuno Trionfi, il Matto, e spesso anche gli Onori.
Questi giochi, ispirati ai modelli tradizionali allora in uso (di Marsiglia, "borghese", e da Cego) sono fortemente innovativi ma, seppur sempre di elevata qualità e spesso di non comune bellezza, non conobbero grande diffusione, vuoi per il costo elevato, vuoi siccome destinati ad un pubblico ristretto, vuoi perché i giocatori non amano in genere le novità, e non desiderano quindi discostarsi dai modelli tradizionali; né i cartai volevano rischiare proponendo prodotti costituenti commercialmente un'incognita, e comunque preferiti dagli amanti del bello piuttosto che da quelli del gioco.



I tarocchi d'artista moderni

di Gustavo Orlando-Zon, grafica Virgilio Ferrari


I tarocchi d'artista moderni
I tarocchi sono un mazzo composto di regola da settantotto carte, utilizzato per giochi di presa, e di origine squisitamente italiana: nacquero difatti verso la metà del XV secolo presso le corti di Milano e di Ferrara, per quindi propagarsi in tutta Europa. Si tratta, in sostanza, di un mazzo tradizionale, diviso in quattro semi di quattordici carte ciascuno (gli onori sono Fante, Cavaliere, Regina e Re), cui si aggiungono ventun trionfi (o arcani) numerati, ed un matto.
In termini di sintesi, è oggi possibile distinguere tra più categorie di tarocchi: quelli da gioco (in Italia esistono, resistono e sono ancora giocati i tipi piemontese, bolognese e siciliano; in Francia, il tarocco di Marsiglia ed il tarocco borghese; nella Mitteleuropa, i diversi tipi da Cego); quelli divinatori, destinati appunto alla divinazione, diffusasi verso la fine del XVIII secolo, ed infine quelli d'artista, reinterpretazioni d'autore dei tarocchi dei vari generi.
I tarocchi d'artista, che presentano onori e trionfi fortemente innovativi rispetto alle immagini classiche, si affermano dopo l'abolizione della tassa di bollo sulle carte (in Italia, a far tempo dal gennaio 1973). In precedenza, ne erano stati creati davvero pochi, e spesso restava ignoto il nome dell'autore. E' il caso, ad esempio, del magnifico Tarock Microscopique prodotto da B. Dondorf, mazzo di raffinatezza artistica non comune, onore e vanto di ogni collezione che si rispetti, e di alcuni rari giochi da Cego tirati da Piatnik durante il XIX secolo; forse, il primo tarocco d'artista del quale si conosce l'autore è il Luxus Tarock di Argio Orell, tirato da S. D. Modiano nel 1912, sempre che non si vogliano considerare i capolavori di Giuseppe Maria Mitelli e di Carlo Della Rocca, che tuttavia proponevano varianti degli schemi tradizionali del loro tempo senza stravolgere l'iconografia classica.
Questo forse accadeva perché, come noto, da sempre i giocatori non amano in genere le novità, e non desiderano quindi discostarsi dai modelli tradizionali; d'altro lato, il costo non indifferente dei mazzi, vuoi per la tecnica di lavorazione, vuoi per il carico della tassa di bollo, non spronava certo i cartai a rischiare proponendo prodotti costituenti commercialmente un'incognita: destinati cioè non al gioco, ma al cassetto di un cartagiocofilo ante litteram.
Molti artisti eccellenti di fama mondiale, italiani e stranieri, si sono dedicati ai tarocchi dando vita, a far tempo dalla seconda metà del secolo XX, ad una produzione di prestigio e, correlativamente, ad un nuovo settore collezionistico, perché queste carte sono prodotte in tiratura limitata, e spesso donate come gadget aziendali (cioè sono extra commercium, tanto da alimentare un mercato parallelo), sicché in tal caso i dorsi sono sempre reclamizzanti; non vengono quasi mai utilizzate per giocare, ma gelosamente custodite dai collezionisti allo stato di nuovo.



Il tarocco borghese non standard

di Gustavo Orlando-Zon


Il tarocco borghese non standard
In Francia, l'abolizione del bollo fiscale sulle carte da gioco, ed il venir meno dell'obbligo di rispettare il "portrait official", alla fine della Seconda Guerra Mondiale, non solo permisero a Jean-Marie Simon di iniziare una sfolgorante carriera, ma favorirono anche la nascita dei tarocchi borghesi non standard, composti sempre da 78 tessere, ma che proponevano agli arcani scene di ogni genere, decisamente diverse dalle classiche, e talvolta anche onori dal ritratto non tradizionale.
Se pur si volessero considerare standard i tre mazzi di tarocchi "modernizzati", ma nel rispetto dell'iconografia ufficiale prodotti da JMS/La Ducale intorno al 1950, il primo tarocco di questo tipo è il "Jeu de Tarots Modernes" tirato da Willeb S.A., fabbricante di giochi di società che da poco aveva iniziato a produrre anche carte, sempre nel 1950. Come intuitivo, questo genere trovò buona accoglienza perlopiù nel mondo dei collezionisti, ma si affermò in concreto all'inizio degli anni Settanta del secolo XX. Il nuovo gioco incontrò particolare successo come gadget pubblicitario, ma non soltanto; vi sono tarocchi borghesi d'artista, altri dedicati a località lontane o comunque degne di interesse storico e turistico, altri ancora celebrativi di personaggi o di eventi, e via dicendo; anche il mondo dei fumetti è degnamente rappresentato.



Il tarocco borghese

di Gustavo Orlando-Zon, grafica Virgilio Ferrari


Il tarocco borghese
Nel 1865 Caspar Ludwig Wüst, figlio di Conrad (fondatore nel 1811 dell'azienda di famiglia, e deceduto nel 1843), ebbe un'idea meravigliosa: produrre un nuovo tipo di tarocco di cinquantaquattro carte per il gioco del Cego, diffusosi nella Mitteleuropa a far tempo dal primo decennio del XIX secolo (secondo la leggenda, sarebbe stato importato dalla Spagna da reduci delle guerre napoleoniche), fino ad allora praticato con carte ordinarie.
Il nuovo tarocco si distingueva da quelli tradizionali non soltanto per il numero ridotto di tessere, ma soprattutto per i Trionfi, ciascuno dei quali presentava due distinte scene, ispirate una al benessere della vita urbana, e l'altra alla semplicità (talora alla miseria) della vita rurale; gli onori invece proponevano una variante del portrait delle carte ordinarie in uso all'epoca.



Il mazzo Tenshō Karuta

di Marcello Salmeri


Il mazzo Tenshō Karuta
La monografia ripercorre e indaga la storia delle prime carte giapponesi, importate dall'occidente. Si cerca di scoprire, dai pochi reperti che ci sono giunti e dalle notizie storiche, il percorso che mazzi europei hanno avuto per arrivare nei lontani territori prima cinesi e poi giapponesi.
Del mazzo Tenshō Karuta rimangono pochi frammenti di carte e antichi stampi in legno dai quali è stato possibile risalire ai disegni originali. L'autore, collezionista di carte da tutto il mondo, ricostruisce l'antico mazzo di carte utilizzando le antiche tecniche.



¡Toros!

di Gustavo Orlando-Zon, grafica Ingrid Orlando-Zon


¡Toros!
Il tema della corrida (che sarebbe più corretto definire "lidia"), è un motivo dominante nella cartagiocofilia spagnola da circa centocinquant'anni; i mazzi ad essa dedicati sono numerosi e delle sottocategorie più svariate: da quelli fotografici a quelli che riproducono antichi manifesti, o addirittura biglietti d'ingresso nelle arene di Spagna, ed infine ai giochi d'illustrazione, opera di artisti più o meno noti.
Per completezza, è bene precisare che carte celebrative della corrida sono state prodotte anche in Messico; non vi sono però notizie di mazzi del genere tirati in altri paesi latino-americani.
Presentiamo qui alcuni di questi giochi, fra i più eleganti e curiosi, disegnati da artisti di varie epoche. Sono tutti originali e non riproduzioni, e segnaliamo in particolare il primo, celeberrimo quanto rarissimo mazzo creato nel 1885 da Pedro Maldonado, forse il più incantevole mai apparso.
Last but not least: la corrida si può amare oppure odiare, ma le carte si amano sempre, a prescindere. Buona visione.